“Ogni cosa è simbolo", mi sussurrò il vento.”

Ogni foglia, una lettera. Ogni incontro, un verso di una poesia dimenticata. Camminavo tra le cose come se fossero vive.

E lo erano.

Il mondo mi parlava, e io cominciai ad ascoltarlo con orecchie che non avevo mai usato.

La magia evolutiva non era un’arte.

Era un ascolto. Una resa senza condizioni a quel filo sottile che unisce le galassie e i sussurri del cuore. Sentivo che tutto ciò che accadeva… era per me. Non nel senso egoico. Ma nel senso sacro.

Come se l’universo stesse componendo, istante per istante, una sinfonia irripetibile intorno al mio respiro. E allora smisi di separare.

Non c’era più “io” e “mondo”.

C’era solo questa danza invisibile che mi attraversava.

Da allora, ogni giorno è magia.

Perché ogni giorno… mi tolgo un velo.