
In questo spazio non si insegna nulla, e nulla si cerca.
È un fluire lento, silenzioso, come linfa tra radici invisibili.
Qui si raccolgono frammenti di presenza: intuizioni, soglie, vuoti fertili.
Non c’è volontà di plasmare,
ma solo di lasciar emergere ciò che già vive,
sotto le macerie del tempo, oltre le voci del mondo.
Ogni parola nasce da un ascolto profondo,
come una foglia che si apre alla luce senza sforzo.
In questo diario si deposita il respiro di un’anima
che si svuota per essere piena,
che si disidentifica per ritrovarsi in ogni cosa.
È un cammino senza sentiero,
dove la consapevolezza non è meta ma natura,
e la spiritualità non è credere, ma vedere
oltre l’apparenza, oltre il pensiero, oltre il nome.


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